Oggi ci siamo divertiti a fare un confronto tra i vari motori di render in commercio.
Il nostro confronto tra i motori di render per la computer grafica 3D
La computer grafica 3D (CG3D) nell’era “digitale” in cui stiamo vivendo, sta trasformando sempre di più tutti i grandi appassionati in veri e propri professionisti.
Soprattutto nel campo dell’architettura e dell’interior design, la CG3D è divenuta il mezzo più importante attraverso il quale poter mostrare le proprie idee in maniera concreta. Realizzare immagini fotorealistiche sembra essere infatti il fine ultimo attraverso il quale far visualizzare i propri progetti non solo a clienti privati, ma anche all’interno di competizioni internazionali.
Nell’industria della visualizzazione architettonica, per realizzare una buona immagine fotorealistica è opportuno utilizzare un buon modello 3D definito in ogni dettaglio, una composizione equilibrata che valorizzi ogni singolo elemento della scena ed infine una buona opzione tra i motori di render.
Motori di render: chi è il software principe nel panorama mondiale?
Il re indiscusso fra i motori di render sembra essere V-Ray, di proprietà della casa bulgara Chaos Group, apparso nel 2001, il cui punto di forza è sicuramente l’estrema velocità nel calcolo del ray tracing, un algoritmo di rendering che segue i raggi partendo dal punto di vista della telecamera piuttosto che dalle sorgenti di luce, semplificando alcuni effetti ottici avanzati, ad esempio un’accurata simulazione della riflessione e della rifrazione.
Integrati all’interno del programma vi sono anche il calcolo dell’illuminazione globale, la GI (Global Illumination) altro particolare algoritmo che determina non solo il modo in cui la luce colpisce le superfici, ma anche il modo in cui la luce si propaga in modo indiretto attraverso i materiali ed infine l’innovativa Irradiance Map, per renderizzare in qualità fotorealistica con tempi straordinari.
Negli ultimi anni, tuttavia, un valido avversario alle porte di V-Ray è sicuramente Corona. Corona Renderer è diventato infatti, in pochissimo tempo, una delle soluzioni più utilizzate ed apprezzate, utilizzato in alcuni degli studi più in vista del settore che sono passati da V-Ray a Corona, come Peter Guthrie di The Boundary o Pedro Fernandes di Arqui9.
Corona Renderer è tra i più moderni motori di render. Un programma dalle alte prestazioni, disponibile per Autodesk 3DS Max, MAXON Cinema 4D e come applicazione stand alone.
Lo sviluppo di Corona Renderer è iniziato nel 2009 come progetto degli studenti di Ondřej Karlík alla Czech Technical University di Praga. Corona si è poi evoluto in un progetto commerciale a tempo pieno, dopo che Ondřej ha fondato una società insieme all’ex 3D artist Adam Hotový e Jaroslav Křivánek, professore associato e ricercatore presso la Charles University di Praga. Nell’agosto 2017, Corona è entrato a far parte della casa bulgara Chaos Group, proprio come V-Ray, consentendo un’ulteriore espansione e crescita.
Essendo Corona un motore di rendering CPU-based ,che sfrutta quindi esclusivamente la potenza di calcolo del processore, i punti a favore sembrano essere diversi. Sono infatti numerosi i motivi per i quali Corona sembra essere l’avversario più temuto di V-Ray.
Primo fra tutti la semplicità d’utilizzo: Corona è uno dei motori di render progettati per venire incontro alle esigenze di qualsiasi 3D artist dal momento che non occorre investire del tempo nella comprensione di aspetti prettamente tecnici come le impostazioni di render, ma il tempo può essere totalmente investito dall’utente sugli aspetti compositivi dell’immagine, realizzando così un’ottima scena, un ottimo modello e materiali credibili e performanti.
Corona può essere usato immediatamente dopo l’istallazione in quanto i valori di default sono già impostati e nella maggior parte dei casi non c’è alcun bisogno di modificarli. Ovviamente gli utenti possono accedere in ogni momento ai parametri di render qualora si vogliano ottimizzare le proprie scene, ma questi risultano decisamente semplificati rispetto ad altri motori di render. In generale, le prestazioni di Corona sono più che adatte alla maggior parte delle esigenze, anche senza modificare le impostazioni predefinite.
Un altro punto a favore di Corona Renderer è sicuramente il prezzo estremamente competitivo. Vi sono diverse soluzioni che offre Corona, da abbonamenti mensili ad annuali, da quelli ridotti per andare incontro alle esigenze di studenti e docenti, alle licenze perpetue.
Corona Renderer offre la FairSaaS license, un abbonamento che fornisce accesso non solo alla versione stabile del plugin, ma anche alle versioni sperimentali a 24,99€ al mese oppure un abbonamento annuale di 289,99€.
Alla licenza su abbonamento è stata affiancata la licenza perpetua, ovvero la licenza Box a 449€ il cui prezzo non include però gli aggiornamenti gratuiti, per accedere ai quali è necessario un abbonamento supplementare di 99€ all’anno da aggiungere al momento dell’acquisto della licenza Box.
La licenza Educational/Student permette invece di acquistare Corona Renderer al prezzo di 24,99€ all’anno ed è riservato a chiunque faccia parte di un’istituzione accademica garantita da un documento che attesti il proprio status di studente o docente. In ogni caso, vi è chiaramente una versione gratuita demo di Corona Renderer per i primi 45 giorni, senza alcuna limitazione o watermark.
Una delle caratteristiche più innovative ed utili di Corona è certamente la funzione Interactive, che permette di ottenere un render real-time Attivando Corona Interactive, ogni volta che verranno effettuate delle modifiche, nella viewport sarà possibile visualizzare un render di anteprima che si aggiornerà automaticamente: tale funzione può far guadagnare molto tempo nella gestione di luci e materiali, rendendo Corona particolarmente adatto soprattutto a render d’interni.
Nel panorama dei motori di render lo stesso V-Ray possiede al suo interno un motore real-time che però necessità di caricare gli asset della scena 3D ad ogni esecuzione. V-Ray è stato poi successivamente aggiornato con un motore IPR (Iteractive Production Render), estensione del classico V-Ray Adv con cui si producono solitamente le immagini.
L’IPR fornisce direttamente l’anteprima della scena proprio come avviene in Corona Renderer ed è stato sviluppato solo in tempi relativamente recenti. Tuttavia, in Corona Renderer l’Interactive render fa parte del motore di rendering base ed è una caratteristica chiave del plugin, presente già dalle prime versioni. In questo modo l’Interactive render di Corona sembra essere molto più reattivo di quello offerto da V-Ray, che sconta il fatto di non essere stato originariamente programmato per questo genere di operazioni.
La funzione più innovativa di Corona però è senza ombra di dubbio l’Interactive LightMix che permette di cambiare l’intensità delle luci passando addirittura da una scena diurna a una scena notturna e viceversa dopo aver già terminato il render. Per ogni gruppo di luci è possibile infatti regolare l’intensità ed il colore utilizzando lo slider numerico ed è possibile anche spegnerle e riaccenderle attraverso la checkbox. Il principio di funzionamento dell’Interactive LightMix si basa sulla creazione di una serie di Render Element Light Select che contengono le informazioni relative a ciascun gruppo di luci.
Passare a Corona dopo aver imparato ad utilizzare altri motori di render come V-Ray, ma anche nel caso in cui si è alle prime armi, non richiede alcun investimento di tempo. Al contrario, imparare ad utilizzarlo risulta davvero semplice: nel giro di due giorni potrai essere perfettamente in grado di utilizzarlo.
Sono pochi gli utenti a preferire Corona a V-Ray tra i motori di render, o viceversa, sulla base della qualità finale dell’immagine; la scelta si baserebbe piuttosto sui fattori di cui abbiamo discusso finora.
Sicuramente V-Ray è una soluzione più consolidata e già largamente adottata nel settore, guadagnandosi il titolo di re indiscusso fra i motori di render. È decisamente più costoso di Corona, ma fornisce all’utente la possibilità di avere un maggior controllo tecnico sul motore di rendering.
Corona è, invece, molto più immediato e semplice da usare. Tale fattore, combinato al costo particolarmente ridotto, rende Corona una soluzione ideale per la visualizzazione architettonica. L’unico punto debole è la sua scarsa compatibilità con i software di modellazione, essendo ufficialmente disponibile solo per 3DS Max e Cinema 4D che risultano però essere i due motori di render più utilizzati al mondo, soprattutto in Italia.